METRO&THE CITY, una mostra per raccontare Napoli e la sua storia attraverso la metropolitana
Una tavola rotonda con alcuni grandi architetti che hanno realizzato stazioni dell’arte ha aperto la mostra METRO&THE CITY che si è inaugurata il 23 novembre 2018 al MANN. Una collaborazione tra il Museo archeologico, la Metropolitana di Napoli e Ansaldo STS per raccontare la storia di Napoli e i suoi cambiamenti legati a quella che oggi è la più grande opera pubblica in città.
Sono intervenuti, dopo i saluti di Ennio Cascetta e Paolo Giulierini, cinque protagonisti dell’architettura mondiale che stanno lavorando a Napoli in questi anni alle stazioni dell’arte: Ivan Harbour (Rogers Stirk Harbour & Partners, Stazione Capodichino), Hans Kollhoff (Stazione Arco Mirelli), Boris Podrecca (Stazione San Pasquale), Uberto Siola (Stazione Chiaia), Joan Callìs (Miralles Tagliabue EMBT Studio, Stazione Centro Direzionale), moderati dagli architetti Alessandro Castagnaro e Ugo Carughi che hanno curato la mostra.
“Con questa mostra intendiamo raccontare come è cambiata la città con i grandi interventi architettonici realizzati per le stazioni della metropolitana. Innovazioni che in molti casi hanno trasformato luoghi anonimi o degradati in nuove bellezze, in altri casi la meraviglia degli interventi ci consente di lasciare ai posteri un patrimonio importante che si va ad aggiungere a ventisei secoli di storia della città che in questi anni si sono intrecciati con la metropolitana delle tre A, archeologia, arte e architettura che rendono questa infrastruttura unica al mondo”, ha commentato Ennio Cascetta, presidente di Metropolitana di Napoli.
Le stazioni della metropolitana interessano luoghi che, pur ricchi di stratificazioni, restano legati ad un momento storico prevalente. Tale momento può essere testimoniato dall’aspetto che ancora conservano; oppure da ritrovamenti di particolare importanza che, occultati dalle successive trasformazioni, sono venuti in luce nel corso degli scavi.
Di conseguenza, è possibile riferire più stazioni a determinate aree urbane rappresentative di un preciso periodo storico, considerando la città, con le sue vicende oltre che con le sue urgenze, quale chiave di lettura della nuova infrastruttura urbana. Da qui il nome della mostra.
Così, le stazioni Garibaldi, Duomo e Università sono riferibili alla Città borghese, che trova la sua espressione più compiuta nell’intervento del Risanamento; Toledo e Municipio, ricche di stratificazioni, alla Città vicereale, ancora determinante per l’attuale impianto urbano; Chiaia, Mirelli, San Pasquale, allo sviluppo della città ad occidente; Mergellina, Lala, Viale Augusto, Piazzale Tecchio, di carattere essenzialmente urbanistico, all’ulteriore prolungamento a occidente, a cavallo di Fuorigrotta; Tribunale e Poggioreale, Centro Direzionale, Capodichino, al versante orientale; Museo e Dante, Materdei e Salvator Rosa, Quattro Giornate e Vanvitelli, all’espansione dell’abitato lungo le colline, partendo dal centro storico.